lunedì 21 novembre 2016

Silvia Ranzi e l'Officina del Mito

INTERVENTO 19 NOVEMBRE, Il CIRCOLO DEGLI ARTISTI “ CASA DI DANTE” a FIRENZE

                                                                  OFFICINA “ Mito”
Umberto Zanarelli al pianoforte -Brani di Schuman
Roberto Mosi - Poeta e fotografo -  poesie sul Mito
Paolo Tranchina- Psicanalista junghiano : saggio“ Il Mito di Afrodite”
Epilogo: Silvia Ranzi
In occasione della Collettiva “ I CONFINI DEL MITO”  dal 12 al 24 Novembre

ARTISTI PARTECIPANTI:
Valerio Giovannini, Enrico Guerrini, Salvatore Monaco, Roberto Mosi, Simonetta Occhipinti, Margherita Oggiana, Rioberto Orangi, Andrea Simoncini, Paolo Tranchina.

"Parlare oggi di Mito e farne un motivo ispiratore nella rete delle Arti letterarie e Figurative significa intercettare quei “dispositivi di senso” che i Miti hanno rappresentato da sempre in ogni epoca, ricettacoli di immaginari individuali e collettivi, cristallizzati e divulgati nei processi storici e tecnologici da diventare icone e alvei di significati trasmissibili e credibili per aspettative,  genesi e profezie euristiche in chiave etico-antropologica .
Sono “rilevatori di sistemi simbolici di pensiero” in cui si alternano ritualità, eroicità e socialità esperienziale condivise e proiettate tra caos e cosmo,  umano e divino,  clandestinità e ufficialità, tra pubblico e privato,  permissività e trasgressione. La funzione “eziologica”, o ricerca delle cause originarie, diversifica la poligenesi dei Miti: teogonici, cosmogonici, antropogonici, astronomici, metereologici, agrari, cultuali da analizzare sul piano storico ed allegorico.
Le iconografie mitiche della Classicità greca e latina  vengono rivisitate ad oggi nelle loro valenze emblematiche e metastoriche   in quanto interagiscono con l’esigenza  di  leggere il reale per evidenziare aree semantiche di ricerca sapienziale ed amplificare la direzione sociale  nella ricerca di  utopie percorribili.
Se nell’Età romantica i Fratelli Grimm aprono nuovi orizzonti agli studi mitologici affermando che il Mito non è frutto di una casta di sacerdoti o filosofi , ma sono creazioni  del popolo ( credenze, costumi, motivi narrativi); lo studioso K.O. Muller - grecista, filologo classico, storico ed archeologo tedesco ( 1797 – 1840) -  afferma il postulato della fondamentale identità dello spirito umano nelle sue uniformità tra gruppi lontani nel tempo e nello spazio per approdare al concetto di Animismo.
L’esigenza che ha spinto l’uomo arcaico a creare il MITO ORIGINARIO, dare senso al proprio mondo, non è morta nell’uomo contemporaneo, ma si esprime in forme nuove proprie della società di massa dominata  dalla tecnica  pubblicitaria nella specifica venerabilità dell’immagine fra tradizione ed innovazione.
I linguaggi - letteratura  ed Arti visive - nella loro multidisciplinarietà semiotica e creativa sono “media smart” che  trasformano il reale nell’ aspirazione a congiungere l’uomo a mondi  intellegibili  sul piano fisico o metafisico, sensibile o ideale, nella gamma dei valori etici tra sacro e profano, laicità o religiosità, coordinate che registrano il  clima di un’epoca.

L’uomo esprimendosi nelle Arti sorelle crea universi ereditari per le generazioni successive, abilitando pensieri ed icone utili alla dimensione evoluzionistica di sopravvivenza sul piano euristico ed estetico come la narrazione translogica presente nel Mito : “ La semiologia o scienza dei segni ci ha insegnato che il MITO ha il compito di istituire un’intenzione storica come natura, una contingenza come eternità” ( Roland Barthes: “ MITI DI OGGI”, 1957)  
Innumerevoli sono i capolavori dell’Arte che sono diventati icone del nostro tempo  tra cui :  “ La  Primavera” del Botticelli; “ Il David” di Michelangelo;  “ la Gioconda” di Leonardo ; “Guernica” di Picasso;  “L’urlo” di Munch.
L‘opera d’arte si trasforma in immagine dal successo planetario, impermeabile ai gusti, alle mode, al passare del tempo, raggiungendo uno stato di Culto collettivo.
La mitopoiesi e le mito-dinamiche sono strettamente legate all’aspetto formale perché le Arti visive nel veicolare contenuti inseguono intenti persuasivi, tra cui è privilegiata la Bellezza come fattore che suscita meraviglia, catalizzatrice di attenzione, fruizione contemplativa, condensazione di grammatiche segniche, cromatiche, plastiche nella ricerca ultima dello “Splendore del Vero” secondo la massima di Platone.
Gli effetti o strategie estetiche risultanti attuali sono: i silenzi metafisici, l’inquietudine, lo spaesamento o straniamento quali tecniche per irretire nell’enigma  o plurivalenza psichica del MITO, come ben si evince nella corrente  del Surrealismo  e nella Scuola della Metafisica.
“ Ciò che nei MITI si presenta inverosimile, è proprio quello che ci apre la via alla verità. Infatti, quanto più paradossale e straordinario è l’enigma tanto più pare ammonirci a non affidarci alla nuda parola, ma ad affaticarci intorno alla verità riposta”. IMPERATORE FLAVIO CLAUDIO GIULIANO, filosofo romano: l’ultimo sovrano dichiaratamente pagano che intese difendere la Religione romana dinnanzi all’avvento del Cristianesimo e che si adoperò per la tolleranza fra le Religioni.
Il Mito in ultima analisi è dunque un fenomeno che si verifica su scala globale dall’antichità ad oggi: un linguaggio simbolico attraverso cui l’uomo crea una struttura interpretativa del mondo in tutte le sue sfaccettature  dal punto di vista cosmologico, sociale, politico ed artistico.
L’Arte comunque non rinuncia ad una seduzione intrinseca: ovvero interpreta il Mito, lo include, dialettizza con la sua dimensione arcana, elitaria o popolare, antropologica, storico-filosofica, ideale, lo metabolizza e lo reinventa a tal punto da rincorrere l’idea stessa di diventare, essa stessa, Mito.
Per attualizzare nella dimensione del cultura di massa  odierna si può affermare, come attesta la citazione di JOSEPH CAMPBELL, saggista e storico delle religioni statunitense:

                         “ I MITI SONO SOGNI PUBBLICI, I SOGNI SONO MITI PRIVATI”


                                                                                      SILVIA RANZI, 19 Novembre 2016 

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