giovedì 1 febbraio 2018

Com'è la misura del tempo nel labirinto?

 I. Il labirinto e il filo di Arianna

      Daedalo, famosissimo per il suo talento nell’arte dell’architettura, costruisce presso la reggia di Minosse, il labirinto scompigliando i punti di riferimento e inducendo l’occhio in errore con i rigiri tortuosi di molte vie. Come nelle campagne di Frigia il limpido Meandro si diverte a scorrere in su e in giù con curve che confondono … “ Metamorfosi, Libro VIII, Ovidio. 


      “L'universo (che altri chiama la Biblioteca) si compone d'un numero indefinito, e forse infinito, di gallerie esagonali, con vasti pozzi di ventilazione nel mezzo, orlati di basse ringhiere. Da
qualsiasi esagono si vedono i piani superiori e inferiori, interminabilmente. La distribuzione degli oggetti nelle gallerie è invariabile. Venticinque vasti scaffali, …” La Biblioteca di Babele, Jorge Luis Borges.
     
  

                                                                                                                                                                                                                                                                                               “Il nostro destino è tragico perché  siamo,              irreparabilmente, individui imprigionati dal tempo e dallo spazio; 

ma nulla, di conseguenza, è più lusinghiero di una fede che elimina le circostanze e che dichiara che ogni uomo è tutti gli uomini e che non c’è nessuno che non sia l’universo.”  Il Libro,
Jorge Luis Borges.

                               Teseo s’incammina
 nel labirinto del mio io
verso la tana del mostro,
il filo rosso nelle mani
a passi lenti, per corridoi
convergenti, divergenti
specchi alle pareti.

Teseo attraversa mondi 

diversi, circostanze
da esperire, recuperare
catalogare, da riporre
 fotografate per immagini,
nella biblioteca divisa
per spazi esagonali.

 Teseo s’illumina
di memorie, vestite
dei colori del tempo,
dello spazio, della pelle
del labirinto, impregnate 

dell’eco rimbombante
degli zoccoli del Minotauro.

Daedalo fugge da Teseo, 

si veste delle ali di Icaro,
rimbalza fra i nodi
della rete, fra le immagini
degli specchi virtuali.
L’ombra urla di terrore
inseguita per la biblioteca
dalla bestia uomo-toro. 

* * * * * * * * 
   II. Il tempo del labirinto

Teseo porta gocce del suo
tempo nel labirinto,
memorie di viaggi fissate
in diapositive slavate
dai giorni, poste ognuna
in riquadri di cartone,
riposte, per cinquanta,
in venticinque cassette.

Teseo con l’aiuto    

di Arianna, paziente,
ha passato le immagini
   nella pancia del computer:
un nuovo labirinto,
un racconto digitale
per file, per serie di zero
uno zero, bit byte.


  Nel nuovo labirinto
il viaggio a Canterbury,
a Stonehenge, foto spente
di colore azzurro. Alla fine
l’incontro con le Torri 

Gemelle a Manhattam,
prima che si sciogliessero
nella polvere della caduta.

Memorie afferrate, salvate,    

recuperate, riposte in ordine
negli scaffali della biblioteca
aperti a vista sulle pareti
 delle stanze esagonali.
Il caos ha preso forma
nella dimensione del cosmos.

Si allontana il terrore del mostro.  
 

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